Due parole sul blocco di ChatGPT



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-04-2023]

chatgpt

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Il Garante Privacy limita ChatGPT

Spendo due parole a proposito di quello che molti hanno definito impropriamente il blocco di ChatGPT in Italia voluto dal Garante per la Privacy nazionale. In realtà [come nota per esempio Cybersecurity360.it] è stata OpenAI, l'azienda che gestisce ChatGPT, ad autosospendere il servizio per gli utenti italiani in attesa di regolarizzare la propria posizione legale, visto che il Garante italiano le ha segnalato che non rispettava il regolamento europeo sulla privacy e sul trattamento dei dati, per esempio dando libero accesso anche ai minori di 13 anni.

[Nota: anche il Canada ha avviato un'istruttoria; Germania, Francia e Irlanda si appresterebbero a seguire l'esempio del Garante italiano, secondo La Regione/Ats/Reuters]

È molto probabile che questa autosospensione cessi presto, quando OpenAI si metterà in regola. Però nel frattempo molti utenti si sono indignati e si sono affrettati a tentare di aggirare questa autosospensione, usando software di VPN e simili per far sembrare di non essere in Italia.

Tuttavia la questione della privacy dei dati degli utenti, con questi software di intelligenza artificiale, è seria e fondata: lo sanno bene i dipendenti di Samsung, per esempio, che hanno subìto una fuga di dati sensibili su progetti industriali perché hanno immesso in ChatGPT il codice sorgente dei loro software aziendali per farselo controllare. Ma OpenAI avvisa che quello che si immette può essere letto dai dipendenti dell'azienda [dalle sue FAQ: "Your conversations may be reviewed by our AI trainers to improve our systems"; informativa sulla privacy].

Se immaginate un medico che carica in ChatGPT un referto per farselo riassumere o analizzare, con nomi e cognomi, o un ragazzo che si rivolge a ChatGPT per avere risposte su argomenti delicati come la sessualità e i rapporti interpersonali pensando che sia uno spazio privato, forse le motivazioni del Garante diventano più chiare. Anche perché è già stato segnalato il primo caso documentato di una persona incoraggiata a suicidarsi da un servizio di chat basato sull'intelligenza artificiale.

ChatGPT e simili sono degli strumenti utili, ma è essenziale conoscerne i limiti e il reale funzionamento: non sono veramente intelligenti, danno facilmente suggerimenti falsi o pericolosi, e quello che vi immettete non resta segreto.

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

STRAQUOTO! Leggi tutto
15-4-2023 11:19

Ennesima dimostrazione del fatto che l'opera del garante è necessaria e doverosa, questi non credo siano proprio degli stupidi ma hanno fatto una cosa molto stupida con un risultato disastroso. La stessa cosa vale per chi fornisce consapevolmente o meno i propri dati ed informazioni personali a soggetti che poi possono usarli per fini... Leggi tutto
15-4-2023 11:15

Certamente il trattamento dei dati personali da parte delle IA merita attenzione. Ma la vera protezione da ChatGPT e Idiozie Artificiali in genere sarebbe l'obbligo di legge di apporre SU OGNI PAGINA PRODOTTA DALLE IA un warning che chiarisca che "QUESTO CONTENUTO E' STATO CREATO DA UNA AI E PERTANTO E' DA CONSIDERARSI... Leggi tutto
14-4-2023 21:17

{giacomo}
che le 'intelligenze artificiali' meritino maggior ragionamenti da parte di tutti è indubbio ma attaccarsi al fatto che mancano controlli per i minori di 13 anni mi sembra una gran cavolata. O, meglio, vorrei sapere cosa fa il garante nei confronti dei social che, in teoria, dovrebbero essere preclusi ai minori di ... e... Leggi tutto
12-4-2023 18:18

{Coderw1se}
Ma se tu stesso hai letto nelle faq quello che hai letto, in quale altro modo Open AI dovrebbe "mettersi in regola"? Ognuno di noi deve essere informato sul trattamento dei dati, come da normativa, e poi essere libero e responsabile delle proprie azioni. Nessuna autorità deve proibirmi di dare eventuali miei dati a terzi... Leggi tutto
12-4-2023 07:13

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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