Quando la teledidattica non va bene

A causa dei tagli dei fondi, anziché le lezioni tenute dai docenti, gli studenti universitari in Informatica devono sorbirsi una voce che commenta i lucidi alla lavagna luminosa, con qualità pessima. Un esempio di teledidattica sbagliata e fallimentare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-11-2002]

L'Università del Piemonte Orientale è stata costituita da poco per affiancare Torino, che era il solo Ateneo Piemontese, ed è strutturata su tre poli: Alessandria, Vercelli, Novara. Il corso di laurea in Informatica è attivato presso due sedi, Novara ed Alessandria, e alla sede di Novara si sono iscritti molti studenti contando sul fatto che in una sede universitaria più piccola, rispetto a Milano o Torino, avrebbero goduto di un rapporto studenti-docente ottimale e di una migliore qualità dell'insegnamento.

In realtà gli studenti del terzo anno di Informatica, e lo hanno appreso solo ad anno accademico iniziato, non potranno avere, a causa del taglio dei fondi per l'Università, lezioni con i docenti. Niente docenti per questioni di bilancio, ma solo lezioni in videoconferenza collegati alla sede di Alessandria.

Peccato che gli studenti possano interagire con i docenti solo con molta difficoltà: i tempi di collegamento sono lunghissimi, la qualità grafica ed audio è pessima, in pratica si vedono solo dei lucidi e si sentono delle voci di sottofondo. Inoltre molte materie del terzo anno prevedono laboratori che non si possono gestire con la teledidattica.

Inutile dire che gli studenti di questa sede pagano le tasse esattamente come quelli della sede dove si trovano i docenti e di tutte le altre sedi universitarie.

Magari tra qualche anno nel nostro Paese si aprirà un dibattito sulla necessità di incentivare l'immigrazione di informatici dal Terzo Mondo.

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Pier Luigi Tolardo

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